Il progetto si è proposto di coniugare le istanze del restauro e della conservazione di un edificio storico con le istanze del riuso, conservando ove possibile l’irregolarità e la morbidezza delle superfici antiche, a confronto con la precisione dei nuovi interventi.
La concezione comunitaria della vita viene ripresa, nel rispetto dell’individualità e della privacy, realizzando luoghi con diverso grado di fruizione, dal più privato al pubblico.
Tutti gli spazi distributivi, compresi i corridoi delle stanze di degenza, sono stati concepiti contemporaneamente come luoghi della vita di relazione, e per questo sono scanditi da dilatazioni dello spazio che consentono e incoraggiano lo stare, sottraendo gli anziani dall’isolamento delle singole camere.
Gli spazi esterni attrezzati a giardino completano e arricchiscono il sistema delle funzioni pubbliche qui insediate.
Oggi il complesso si apre alla città con gli storici ingressi verso la Fondamenta e verso il recente quartiere residenziale popolare a nord, fino ad ora segregato e privo di servizi.
Infatti i portoni del complesso che una volta volgevano verso la laguna per l’approvvigionamento, oggi aprono spazi potenzialmente a doppio fronte di utilizzo: interno, a servizio della residenza per anziani, e esterno, alla cittadinanza, con ambulatori, una palestra di riabilitazione, un centro di attività ricreative, una sala polivalente al primo piano.
Il dislivello di un metro che fisicamente separa e distingue l’edificato nuovo a nord e quello storico verso sud viene mediato con scalinate e rampe che, modellando la vasca in c.a. di difesa dall’invasione dell’acqua alta, diventano occasione per una lunga panchina che invita a raccogliersi nello spazio antistante, rinnovato spazio pubblico.